In questi mesi abbiamo profuso ogni sforzo per tutelare nell’emergenza la salute dei lavoratori.
Rivendichiamo con forza il fatto che per primi, noi dirigenti associati, abbiamo avanzato la richiesta, poi recepita da tutti i Procuratori Generali, di interventi a favore dei lavoratori della giustizia, la cui presenza al lavoro li esponeva ad un elevatissimo rischio, in un momento in cui mancava ogni dispositivo di protezione individuale.
È stato anche grazie al nostro intervento che le competenti autorità hanno snellito le procedure di ricorso al lavoro agile che invece, per come inizialmente concepito, escludeva la gran parte dei lavoratori della Giustizia.
Con grandi difficoltà abbiamo reperito i dispositivi di protezione individuale, elaborato in tutta fretta modelli organizzativi, distribuito al personale le limitate risorse informatiche assumendoci, su questo, responsabilità oltre il dovuto.
Né, in queste terribili settimane, abbiamo fatto venir meno il nostro impegno e la nostra presenza negli uffici giudiziari.
Siamo pertanto amareggiati per le inaspettate cadute di stile di alcune organizzazioni sindacali, che includono i dirigenti nel novero di coloro che mettono a rischio la salute dei lavoratori.
Ciononostante, vogliamo continuare a tenere aperto un dialogo costruttivo, perché crediamo che, mai come ora, occorra restare uniti.
Le contrapposizioni polemiche non fanno bene al Paese, del quale siamo e ci sentiamo classe dirigente.
Come tale contribuiremo alle determinazioni dei Capi degli Uffici Giudiziari, ai sensi dell'articolo 83 DL 18/2020. Ed organizzeremo, di conseguenza, i servizi amministrativi, avendo però come “bussola” il bene primario della salute dei lavoratori.
Lo smart working non potrà che essere confermato - anche nella cosiddetta fase 2 - per quelle attività di cancelleria che si possono svolgere da remoto (spese di giustizia, attività del funzionario delegato, protocollazione, siamm).
Senza infingimenti occorre però anche prendere atto che ciò non basta a garantire il richiesto graduale incremento dell'attività giudiziaria.
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Il tema dell'accessibilità degli applicativi civili e penali dall'esterno - seppur con soluzioni tecnologiche che garantiscano accettabili livelli di sicurezza – sarà, sotto questo aspetto, dirimente.
Come Associazione Dirigenti Giustizia insistiamo perché le competenti articolazioni ministeriali conferiscano la massima accelerazione ai percorsi tecnologici ed amministrativi che conducano a tale risultato, senza escludere la imprescindibile assegnazione al personale amministrativo di computer portatili, connettività, assistenza informatica da remoto.
Nelle more le modalità organizzative dovranno contemplare il distanziamento personale, i dispositivi di protezione, l’accesso del pubblico limitato e contingentato, la più ampia e flessibile articolazione oraria, l'utilizzo dei canali telematici per lo scambio di atti e documenti, la remotizzazione, ove possibile, della partecipazione alle udienze.
Tutti devono essere comunque consapevoli che la ripresa dell'attività giudiziaria, seppur graduale, comporterà un diverso impegno. E i modelli organizzativi sinora praticati, a parità di condizioni, non saranno replicabili tout court.
Come dirigenti definiremo soluzioni per ciascun Ufficio Giudiziario, che opera in contesti territoriali e organizzativi di riferimento diversi, tenendo conto delle interlocuzioni in corso con i rappresentanti dei lavoratori.
Nessuno però può permettersi di adombrare che non poniamo attenzione alla salute dei lavoratori, con cui condividiamo, fianco a fianco, le enormi difficoltà di questo momento.
Nicola Stellato Presidente